19.2.08

IL SENSO DELLA VITA


Ritengo sia inaccettabile la posizione delle tante donne che hanno con un arroganza ingiustificabile manifestato a Roma, per evitare la revisione della 194. Si è avuto la sensazione di rivivivere le giornate del 68, quando le femministe contestavano tutto e tutti in nome di una presunta libertà. In relazione ad una problematica di tale portata è necessario un diverso atteggiamento ed un maggior senso di responsabilità. Innanzitutto la nostra se non erro è una democrazia e non tutte le donne condividono il pensiero di chi non vuole aprirsi al dialogo e confrontarsi. Non si può non considerare che legge 194 sia stata approvata nel 1978 .
In questi anni si è registrata una grande evoluzione nel mondo medico-scientifico. Sono cambiati i parametri, la diagnostica. Nessuno in uno Stato laico ritiene di dovere negare il diritto della donna di autodeterminarsi. Ma non dobbiamo neanche dimenticare che nel grembo materno si origina un essere vivente. Perchè tutto ciò non viene sottolineato? Esiste un altro diritto quello alla vita del nascituro da tutelare e da proteggere. E' quanto ha dichiarato la responsabile del coordinamento femminile la Destra Rosaria Leonardi.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Come affrontereste questa problematica?Vakleria

Massimiliano Scalisi ha detto...

il 68 non è mai iniziato e non finirà mai: la strada in cui il mondo occidentale si è addentrato percorre la brama di distruggere tutto il bagaglio di valori per surrogarli con la dottrina del vuoto in cui c'è anche certa scienza.

rosarialeonardi ha detto...

Caro Massimiliano io aggiungerei del relativismo etico!!

Massimiliano Scalisi ha detto...

concordo pienamente, e direi che non è solo etico: è , purtroppo, generale

Anonimo ha detto...

MAH!!LUCIA

Anonimo ha detto...

Condivido Antonella

Anonimo ha detto...

LE donne devono essere maggiormente informate prima di fare delle corrette valutazioni.ANTONELLA

rosarialeonardi ha detto...

Dobbiamo promuovere la cultura della vita.Non si può prescidere da ciò.Rivolgendo la nostra attenzione alle giovani generazioni.Le centrali educative devono svolgere un importante ruolo in questa dirazione..Noi saremo particolarmente mobilitate a tal senso..

Anonimo ha detto...

UN DIBATTITO SAREBBE IMPORTANTE .MARTINA

Anonimo ha detto...

SI PAOLO

Anonimo ha detto...

Bisogna che i giovani adolescenti siano informati attraverso le istituzioni di competenza prima che accada l'"irreparabile"!
Buona Campagna Elettorale a tutti!
Gabry.

Anonimo ha detto...

Ogni giorno siamo inondati da libri e articoli sul problema della “liberazione della donna”, mentre non si trova nulla che presenti la tesi opposta. Ma se gli uomini tengono le fila di questa società maschile e sessista, come mai non osano avanzare programmi o stampare scritti a propria difesa? Gli “oppressori” rimangono stranamente silenziosi, e questo induce a sospettare che forse l’oppressione risiede nella sponda opposta.
Ci voleva una donna come Alessandra Nucci, che in gioventù ha conosciuto dall’interno il movimento femminista, per denunciarne la pericolosa deriva estremista, illiberale e anticristiana. In un libro notevole uscito alla fine del 2006,”La donna a una dimensione” Alessandra Nucci osserva che in Occidente le donne hanno conseguito una grande libertà di scelta nel campo dell’istruzione, del lavoro o della famiglia, ma le femministe, invece di celebrare questi progressi, continuano a presentare le donne come vittime della discriminazione e a pretendere dallo Stato trattamenti privilegiati.
La meta a cui puntano questi movimenti femministi è un via libero planetario alla diffusione delle pratiche di pianificazione famigliare (la Nucci parla di vero e proprio “imperialismo contraccettivo”), alla banalizzazione della promiscuità sessuale, all’universalizzazione dell’aborto libero e gratuito, a una ridefinizione della natura umana che annulli la famiglia annegandola nel mare dei generi intercambiabili: tutte cose che vanno in direzione della dissoluzione della famiglia monogamica auspicata da Friedrich Engels e da schiere di socialisti prima o dopo di lui.

Anonimo ha detto...

Ogni giorno siamo inondati da libri e articoli sul problema della “liberazione della donna”, mentre non si trova nulla che presenti la tesi opposta. Ma se gli uomini tengono le fila di questa società maschile e sessista, come mai non osano avanzare programmi o stampare scritti a propria difesa? Gli “oppressori” rimangono stranamente silenziosi, e questo induce a sospettare che forse l’oppressione risiede nella sponda opposta.
Ci voleva una donna come Alessandra Nucci, che in gioventù ha conosciuto dall’interno il movimento femminista, per denunciarne la pericolosa deriva estremista, illiberale e anticristiana. In un libro notevole uscito alla fine del 2006,”La donna a una dimensione” Alessandra Nucci osserva che in Occidente le donne hanno conseguito una grande libertà di scelta nel campo dell’istruzione, del lavoro o della famiglia, ma le femministe, invece di celebrare questi progressi, continuano a presentare le donne come vittime della discriminazione e a pretendere dallo Stato trattamenti privilegiati.
La meta a cui puntano questi movimenti femministi è un via libero planetario alla diffusione delle pratiche di pianificazione famigliare (la Nucci parla di vero e proprio “imperialismo contraccettivo”), alla banalizzazione della promiscuità sessuale, all’universalizzazione dell’aborto libero e gratuito, a una ridefinizione della natura umana che annulli la famiglia annegandola nel mare dei generi intercambiabili: tutte cose che vanno in direzione della dissoluzione della famiglia monogamica auspicata da Friedrich Engels e da schiere di socialisti prima o dopo di lui.

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